La minaccia dei non morti però non era ancora finita. La maledizione era stata infranta per il Re ed i suoi cavalieri ma gli altri soldati nel salone principale erano ancora animati da una forte magia di negromanzia che li rendeva feroci e agguerriti.
La compagnia non ha alternative, affronta i soldati scheletri del Re per un giorno intero, combattono stanza per stanza, nei corridoi e nei cortili. I nemici erano davvero tanti ancora e loro sempre più stanchi così decisero di dare fuoco al salone e chiudere li dentro i loro nemici. Le fiamme non fecero fatica a mordere l’antico legname dello scranno, dei tavoli e delle travi vecchie di secoli.
L’inferno durò per mezza giornata e alla sera Occhi nel vento sale sulla torre più alta ed invoca Wail la dea sposa del dio Protettore, signora dei cieli e del tempo. Una pioggia battente investe il castello riducendo i danni al mastio. Lo sforzo però costò caro al druido. Quando i compagni, non vedendolo tornare, lo vanno a cercare al mattino successivo lo trovano esausto, privo di sensi e la sua pelle era completamente cambiata. Aveva assunto un colore nero come il carbone e le sue vene ora erano dei fili argentati che decoravano un corpo color antracite.
“La dea ha esatto un prezzo da pagare” sono le uniche parole di Occhi nel Vento.