42 di Summerwane – L’assalto

Era giunto il momento. Il piano di Ilwyd il drudo nero, doveva essere attuato con precisione. Nascosti tra i margini della foresta adiacente alla valle attesero il segnale. Occhi nel vento si allontanò indisturbato.

Restarono una mattina fermi, tesi e in allerta. Poi venne la nebbia. Un fitta coltre di fumo e vapori spessa e silenziosa. Nei giorno prima vi era tata pioggia e la cosa non era tanto anomala ma spessa così non presagiva nulla di buono almeno per gli orchi.

“Ora non ci vedranno arrivare” pronunciò le parole raggiungendo la compagnia che non avendolo sentito arrivare trasalì.

Emmet e Gaverin si avvicinarono ai cancelli del castello. Lo stregone tentò di spaventare le sentinelle con una testa dei loro compagni su cui erano state incise rune di incanto. Avrebbero dovuto costringerli ad uscire invece l’incantesimo non ebbe effetto. Gli orchi sono più resistenti di quanto pensasse il mezzelfo. Allora senza perdersi d’animo si arrampicò sulla grata ed agile come un gatto sulle merlature e con uno scatto si avventò su uno dei due orchi che erano stati solo messi in confusione dalla macabra testa.

Il possente Emmet con la sua forza seguì lo stregone ma era più lento. L’amico stava rischiando grosso sopra erano in due, sentiva oramai che gli orchi avevano dato l’allarme, versi e ansi, corde d’arco e simili, una lama colpiva a terra e sentiva ancora Gaverin lottare. Alla fine fu in cima anche lui.. l’assalto alla fortezza era cominciato.

Bodlo sentendo l’allarme diede l’ordine e l’intera compagnia attaccò la porta. Il druido nero prese lo scettro del Re e ne invocò il potere, l’onda d’urto distrusse la grata d’accesso come fosse fatta di pergamena permettendo al nano e al cavaliere Aslene di correre all’interno in aiuto dei compagni. In breve la corte piccola fu presa. I pochi orchi arrivati in rinforzo non spendo cosa stesse accadendo furono incauti e non vi fu pietà per loro. Poi arrivò il campo il temuto Ka-Nak Zannalunga. Riorganizzò i suoi in una formazione a muro di scudi. Si combatté sulla porta, guadagnando palmi tra spintoni e infilzate di lancia e colpi d’ascia per frantumare gli scudi. Gli orchi erano pronti a morire e la compagnia era ormai rodata. Lanciadifalco si alternò a Gaverin che era pericolosamente in prima fila, il druido curò magicamente le ferite di Emmet mentre Bodlo assieme a Aelfgar erano inammovibili come scogli su cui si infrange la marea. Gli orchi non riuscirono a spingere il nemico all’esterno per usare il vantaggio del numero. Le macerie del salone rallentava le manovre così Ka-Nak Zannalunga tentà l’ultimo assalto. Mise in difficoltà i nani e Aelfgar cadde ferito. Lanciadifalco fu provocato più volte dall’orco ma l’Aslene non cedette al ricatto verbale.

Gaverin ripreso fiato ora era in grado si usare i suoi poteri e trasformò in una torcia il campo degli orchi. Gli altri si prepararono a morire e la loro ultima resistenza non fu facile da debellare.

A tardo pomeriggio la rocca era nuovamente libera e la compagnia aveva vinto. Due orchi furono lasciati vivi e vennero fatti schiavi.

Ma non era ancora finita. Verso sera Gaverin spossato dallo sforzo magico aveva un presentimento. La ferita gli doleva come raramente gli era accaduto in passato, anzi forse come mai prima. Poi apparve.

Un demone semi umanoide, con tentacoli dietro la nuca e alla schiena alto quattro metri. La compagnia rimase terrorizzata dalle urla che emetteva. “Da dove arriva quello ora” disse Emmet “Colpa mia” Gaverin a stento respirava, il dolore alla spalla era talmente acuto che non era in grado nemmeno di reggersi in piedi.
Lanciadifalco, impavido estrasse Mordiruggine la sentiva vibrare. Tutto lo fissarono e come un sol uomo caricarono l’abominio!
In pochi riuscirebbero a cantre l’eroismo e il coraggio di Gabriel, Emmet, Bodlo e Ilwyd nell’affrontare late oscenità, Samael stesso restò pietrificato dalla paura. Un demone comparso dal nulla! SI diceva capitasse quando veniva usata molta, troppa magia e i confini dello spazio e della realtà si piegavano in maniera imprevedibile ed alcune creature venivano richiamate involontariamente nel nostro mondo. Gaverin doveva aver commesso tale errore.

Eppure il mostro fu sconfitto trafitto infine da Mordiruggine, la creatura si piegò ribollì e parve trasformarsi in bolle e poltiglia prima di esplodere in mille pezzi di carne.

Ora Weatherstone era finalmente tornata sotto la Compagnia del Cinghiale.

42 di Summerwane – L’assalto
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